Il Cilento, luogo dell’anima riflessiva per Cappuccio

L’ideatore del Festival “Segreti d’autore”: “La scelta del Cilento è da ricondurre all’affinità storica che sento per questa terra. Le mie famiglie paterna e materna sono presenti sul territorio da oltre quattro secoli. Oltre il dato autobiografico vi è però una rilevante evidenza oggettiva. I beni architettonici e paesaggistici del Cilento, presenti all’interno del perimetro del Parco Nazionale, si qualificano come ideali palcoscenici per lo sviluppo di un’attività culturale ad ampio raggio”

“Il genius loci cilentano è costituito da una sinfonia di elementi indissolubili tra essi. La presenza di Parmenide e Zenone, il viaggio di Ulisse, la civiltà contadina, il mito di Leucosia, la civiltà greca dell’antica Poseidonia, il decennale e proficuo soggiorno di Giambattista Vico, rappresentano un invito allo sviluppo del pensiero e all’analisi dell’io, condizioni fondamentali per l’arricchimento spirituale degli esseri umani”. A volte ci sono radici profonde dietro le scelte. Per Ruggero Cappuccio, scrittore e regista 53enne, il Festival Segreti d’Autore è un altro modo di ricongiungersi con un luogo dell’anima. Un’anima platonica e riflessiva. L’ideatore della manifestazione spiega che “la scelta del Cilento per l’attivazione del Festival Segreti d’Autore è da ricondurre all’affinità storica che sento per questa terra. Le mie famiglie paterna e materna – racconta – sono presenti sul territorio da oltre quattro secoli”. Ma, aggiunge l’artista, “oltre il dato autobiografico vi è però una rilevante evidenza oggettiva. I beni architettonici e paesaggistici del Cilento, presenti all’interno del perimetro del Parco Nazionale, si qualificano come ideali palcoscenici per lo sviluppo di un’attività culturale ad ampio raggio”.

Cultura e identità sono ragioni alle base di un percorso iniziato sette anni fa. In poche parole “il Festival Segreti d’Autore nasce – sintetizza Cappuccio – da una forte esigenza di valorizzazione e difesa del territorio. Coniugare arte, ambiente e legalità significa attivare un lavoro che potenzi la sensibilità civile del cittadino”. Quando il cammino compiuto si porta dietro un bel pezzo di strada, è tempo di ripensare l’esperienza. E di orientarla nella direzione che gambe più robuste possono intraprendere. E’ quindi lecito chiedere al padre di Segreti d’Autore quali sono le aspettative.

“Dalla settima edizione di Segreti d’Autore – risponde – mi aspetto il consolidamento del processo di sensibilizzazione umana verso il territorio. I borghi del Cilento sono in larga parte costituiti da un ridotto numero di abitanti. Per questo motivo occorre determinare attrattori culturali di elevata qualità che selezionino all’origine l’identità dei visitatori. In assenza di capillari strutture di monitoraggio e vigilanza rispetto ad un territorio così esteso è necessario che questa terra riceva persone in grado di amarla e rispettarla nella sua natura più intima”.

E se l’ambizione del Festival è anche difendere una terra costantemente minacciata dall’uomo, allora “il filo conduttore di questa edizione – specifica Cappuccio – è rintracciabile attraverso un focus sulle scritture contemporanee. Le pagine di Clotilde Marghieri,  Giuseppe patroni Griffi, Manlio Santanelli, Silvio Perrella, Diego De Silva, Renato Salvetti, Rossella Pugliese, i dialoghi sulla legalità con il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, insieme con la presenza di gruppi musicali e di artisti come Silvio Orlando e Alessandro Preziosi, impegnati sulle testualità moderne, formano il paesaggio culturale dell’intera manifestazione”. Una sfida che guarda all’oggi, partendo da un passato remoto, di cui vuole riscoprire le tracce.

 

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